Per quanto riguarda i minori che costituiscono l’utenza dei Servizi minorili residenziali si registra:
- la diminuzione degli ingressi nei Centri di prima accoglienza, (da 2.908 nel 2008 a 2.193 nel 2012);
- l’aumento dei minori collocati in Comunità, in termini di ingressi (da 1.965 nel 2008 a 2.038 nel 2012), ma soprattutto di presenza giornaliera (dai 677 minori presenti in media in comunità ogni giorno del 2008 ai 957 del 2012). La progressiva crescita dell’utilizzo della comunità pone in risalto come essa si collochi sempre più come strategia intermedia che consente di garantire un contenimento educativo, senza ricorrere all’Istituto penale;
- la diminuzione degli ingressi negli Istituti penali per i minorenni (IPM), (da 1.347 nel 2008 a 1.252 nel 2012), a cui si è contrapposto l’aumento del numero dei detenuti presenti (dai 468 minori e giovani adulti presenti in media in IPM ogni giorno del 2008 ai 508 del 2012.
Il calo degli ingressi negli Istituti Penali per i Minorenni (IPM) pone la necessità di una riflessione su questa struttura in ambito minorile. Il dato, infatti, in controtendenza con la situazione allarmante in cui versano gli istituti per adulti, non elude anzi per certi versi evidenzia la necessità di comprendere se questo tipo di struttura, per come è pensata oggi, sia adeguata alla peculiarità della condizione minorile.È tempo di immaginare qualcosa di diverso per i minorenni, capace di tenere insieme l’esigenza retributiva con l’imprescindibilefinalità educativa della pena.
FONTE: (“2° Rapporto sulla devianza minorile in Italia”, edito da Gangemi 2013, curato da Isabella Mastropasqua e Maria Stefania Totaro dell’Ufficio Studi, ricerche e attività internazionali e del Servizio Statistica del Dipartimento per la Giustizia Minorile).
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